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il Caffaro
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Esposto-diffida per microtunnel Multedo
sottolineatura

           L'intervento proposto (progetto SU 70/2000 Praoil SpA) non può legittimamente definirsi semplice manutenzione. Il nuovo oleodotto presenta infatti caratteristiche affatto diverse da quello attuale:
- non ne ricalca il tracciato;
- non è - come l'esistente - semplicemente interrato ma si sviluppa nel sottosuolo entro struttura a tunnel appositamente scavata a profondità variabile da 6 a 40 metri;
- presenta una potenzialità ben maggiore (...), a fronte di una tipologia tecnico- costruttiva ed impiantistica assolutamente nuova e diversa.

           Tant'è che il vecchio impianto viene smantellato e sostituito dal nuovo.

           In particolare, la vecchia stazione di pompaggio, che si trova oggi in ambito portuale, viene sostituita con una di nuova costruzione (anche questa tecnicamente innovativa e di assai maggiore potenzialità) per un volume edilizio di oltre 10.000 metri cubi, localizzata nel tessuto urbano e più precisamente nell'Area di Intervento n. 2 del P.T.C.I.P. (Fondega Sud).

           Se ci fossero dei dubbi, basterebbe la norma di P.T.C.I.P. per chiarire che possono ritenersi compresi nella manutenzione solo gli "interventi intesi ad assicurare la funzionalità e l'adeguamento tecnologico degli impianti produttivi esistenti, sempre che tali interventi non mutino le caratteristiche essenziali" (corsivo nostro).

           Quanto alla stazione di pompaggio (che è improprio considerare semplice pertinenza dell'oleodotto, trattandosi di fatto di edificio di cospicue dimensioni, destinato ad un impianto con elevato potenziale di rischio), le stesse norme altrove stabiliscono essere compresi nella manutenzione solo "modesti incrementi superficiari (...) necessari per assicurare l'adeguamento tecnologico degli impianti produttivi esistenti, senza mutarne le caratteristiche". Non è questo il caso: l'impianto in oggetto, come s'è visto, non è quello esistente ma uno realizzato ex novo. La stazione non è "modesto" ampliamento dell'esistente ma un edificio ex novo di ben 10.000 metri cubi (900 metri quadrati in pianta per 11,20 di altezza media in gronda).

           Ne segue - stando alle norme in vigore e in particolare al P.T.C.I.P. (Norme Transitorie Area d'Intervento n. 2) - che il nuovo impianto dovrà soggiacere ad altra procedura approvativa da quella prospettata dagli Uffici del Comune con pareri dell'Unità di Progetto Piano della Città e del Settore Pianificazione Urbanistica resi in istruttoria allo Sportello Unico per le Imprese rispettivamente in data 11 e 17 ottobre 2001, in relazione alla pratica in oggetto (prot. SU 70/2000 intestato a Praoil SpA).

           Ogni intervento che ricada nella detta Area n. 2, infatti, dovrà essere assoggettato a S.A.U. unitario, non solo, ma l'attuazione dovrà essere subordinata alla stipula di "convenzione che regoli le condizioni, le modalità e i tempi per il progressivo smantellamento degli impianti di stoccaggio presenti nell'Area", tutto nell'ambito di un accordo di programma relativo alla riorganizzazione dell'intero sistema petrolifero, e previa valutazione di impatto ambientale (non richiesta solo nel caso di manutenzione).

           In caso contrario, e qualora il Comune persistesse nel considerare l'intervento alla stregua di semplice manutenzione, si vanificherebbe clamorosamente la lettera e la sostanza del dettato del P.T.C.I.P., che traguarda in modo inequivocabile l'obiettivo di un definitivo allontanamento degli impianti petroliferi, proprio "in considerazione della loro elevata incompatibilità con l'adiacente struttura urbana".

           In tal caso infatti, la localizzazione nell'Area n. 2 della nuova stazione di pompaggio (con accesso da via Cassanello), costituirebbe un'ipoteca gravissima per lo sviluppo nell'Area stessa di un'ipotesi insediativa coerente con il P.T.C.I.P.

           Con specifico riguardo alla valutazione del rischio e più in generale dell'impatto ambientale, infine, la nuova stazione di pompaggio non solo condizionerebbe pesantemente, come si è già detto, l'Area in oggetto ma si porrebbe nei confronti dell'abitato orientale di Pegli negli stessi termini - ed anche peggiori, vista la superiore densità insediativa - che registra l'attuale stazione, nei confronti dell'abitato di Multedo.

           In un raggio di 300 metri, infatti, cadrebbero tutti o quasi i palazzi della densamente popolata Piana Pallavicini a Nord di via della Maona (via Longo, via Malocello ecc.), oltre ai tre grattacieli ed altri numerosi condomini di via Opisso, per cui, almeno per questo aspetto, non si vede davvero dove risieda il vantaggio in termini di sicurezza offerto dalla nuova struttura.

           A meno che non si pensi che ribaltare su Pegli alcune delle condizioni di rischio di cui oggi soffre Multedo (senza per altro risolvere altri più gravi e annosi problemi connessi, per esempio, alla presenza del petrolchimico e dello scalo petrolifero) rappresenti di per sé un'accettabile soluzione: accettabile forse per Tursi, certo non per Pegli né per Multedo.

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