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il Caffaro
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Rimboschimento
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Dopo l'incendio del 15/16 febbraio 2005 pubblichiamo la relazione del Dr. Franco Gaggero (da noi coinvolto come esperto) sul progetto di ripristino del verde sulle alture di Pegli.

Per aumentare la possibilità di successo dell'iniziativa si è resa necessaria una sua rapida attuazione dettata dalla velocità naturale di ricrescita delle piante, soprattutto erbacee.

I tempi ristretti d'intervento si scontrano con la reattività troppo lenta delle istituzioni locali nel periodo post-emergenza, non cogliendo così l'occasione di realizzare un progetto di riqualificazione dell'ambiente limitrofo ai centri abitati.

La nostra iniziativa (illustrata nella relazione di Franco Gaggero) è un "tentativo" che parte da privati cittadini nella speranza che il suo successo possa restituirci una nuova vegetazione e possa anche servire come "esperimento pilota" per future applicazioni.


Relazione tecnica
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Genova, 20 marzo 2005

L'incendio che ha devastato le colline di Pegli e Prà ha trasformato gran parte della superficie a bosco in un deserto. Fatte salve alcune aree risparmiate dal fuoco ed altre in cui gli alberi ad alto fusto sembrano essere sopravvissuti, la maggior parte del terreno si presenta sterile ed incenerito. Chi ama la natura ma anche chi solo vorrebbe godere di un paesaggio gradevole, avverte l'urgenza di dover fare qualcosa. L'intervento corretto sarebbe probabilmente quello di piantare degli arbusti cosiddetti "ricostruttori", per permettere in futuro agli alberi (leccio, roverella ecc.) di crescere (si vedano in proposito le numerose pubblicazioni dell'amico prof. Enrico Martini) garantendone la sopravvivenza nei primi anni, con il fornire loro acqua durante l'estate. Purtroppo tale intervento non è realizzabile da singoli cittadini, perché richiederebbe l'impiego di denaro e forza lavoro ingente, veramente troppo anche per il più volenteroso di noi.

Dobbiamo allora restare senza fare niente? Forse per mettermi in pace la coscienza ho pensato ad un intervento caratterizzato da un buon rapporto costo/benefici. Riflettendo su un aspetto delle conseguenze dell'incendio, e cioè sul fatto che le aree bruciate si presentano attualmente come aree sterili, nelle quali, almeno per qualche tempo dovrebbe essere bassa la competizione per la sopravvivenza tra le specie vegetali, ho pensato che potrebbe essere il momento buono per spargere una gran quantità di semi delle piante "giuste" e cioè di arbusti ricostruttori o di alberelli frugali. Anche in questo caso la scelta delle essenze non è solo scientifica, ma dettata anche dalle caratteristiche del seme: deve essere trasportabile in gran quantità senza richiedere sforzi eccessivi: cosa diversa è infatti trasportare 1 kg di semi di corbezzolo (circa 480.000 semi) piuttosto che 480.000 ghiande di leccio (dal peso di circa 1,5 tonnellate). Così si sta realizzando il progetto: in collaborazione con l'amico M. P. che ha svolto sinora tutto il lavoro e con il Comitato per la Difesa di Pegli, sono stati sparsi circa 850.000 semi di orniello e saranno seminati tra qualche giorno altri 480.000 semi di corbezzolo ed altri 200.000 semi di orniello. Così, con la spesa di circa 700 euro, si cerca di fare qualcosa alla portata di un gruppo di persone volenterose.

Questo progetto non ha purtroppo fondamenti scientifici: non siamo a conoscenza di esperimenti del genere e non sappiamo se sia del tutto corretto sotto questo punto di vista. Non sappiamo infatti quanti di questi semi potranno nascere su un terreno così arido, dal ph alterato dalla cenere, quanti semi verranno mangiati dagli uccelli ecc. ma vogliamo sperare di vedere anche solo un piccolo risultato.

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